DECRETO MILLEPROROGHE

 L’emendamento delle Regioni al decreto milleproroghe in conversione al Senato, con il quale chiedono che il taglio, in atto dal 2011, dei fondi accessori del contratto nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari prosegua per tutto il 2017, è una rapina a mano armata.
Un emendamento senza rationale, senza l’alibi della delega di riforma della pubblica amministrazione, senza pudore, senza vergogna.

 Dopo il tentativo di ridurre gli organici, alla faccia delle aspirazioni dei precari, attraverso un calcolo del fabbisogno di personale con un metodo fordista che confonde sala parto con catena di montaggio, cronometro con stetoscopio, le Regioni attaccano le condizioni economiche su cui si fonda la stessa possibilità di attuare quell’articolo 22 del Patto della Salute che fingono di discutere con il Ministro.

Poco importa che proprio il salario accessorio deve remunerare flessibilità, merito, disagio.

 Incapaci di mettere ordine nei loro bilanci, e di riorganizzare la rete territoriale ed ospedaliera, le Regioni perseguono come unica politica economica lo scippo delle risorse contrattuali, indifferenti al calo della qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini. Per preservare i propri gruppi dirigenti, svuotano in modo perverso l’articolo 32 della Costituzione, ampliando la frattura tra istituzioni e professionisti che aggrava l’impoverimento, di risorse economiche ed umane, della sanità pubblica e ne accelera il tracollo, favorendo l’espansione della sanità privata. Ma non saranno certo furbizie ed opportunismi a garantire la salute dei cittadini.

 Le organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria chiedono, pertanto, al Governo ed in primis al Ministro della salute, di non piegarsi a questo ricatto, che mette a rischio la stessa riforma dei LEA ed il rinnovo contrattuale……

Il Comunicato stampa Intersindacale

DECRETO MILLEPROROGHE

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