ANAAO-ASSOMED, AROI EMAC, SNR, CIMO e UIL LANCIANO L’ALLARME
Il Pronto Soccorso di Varese è tornato a essere “ un girone infernale” per quanti sono costretti a stazionare e per il personale che vi lavora. Con l’aggravante che il piano pensato tre anni fa ha ridotto i medici in servizio, rispetto allo scorso anno ci sono 4 specialisti in meno.
“Il piano che era stato individuato dai saggi per risolvere la barellaia del PS – spiega il dottor Ottavio Amatruda rappresentante ANAAO – di fatto non funziona. La gente staziona ancora nei letti e sulle barelle costringendo il personale a triplicare la sua attività: oltre all’OBI che sono i letti di osservazione breve, devono visitare quanti arrivano al triage e occuparsi anche dei malati in attesa sino a due, tre, quattro giorni, del posto letto. Una situazione che mette i medici sotto forte stress anche perché il personale si era ridotto a seguito della chiusura di quello che un tempo era il reparto di ricovero del PS”.
Critiche all’organizzazione del PS di Varese arrivano anche dal segretario regionale ANAAO Silverio Selvetti: “Come può realizzarsi un corretto trattamento se il medico è costretto, per quanto verbalmente, a recarsi in Pronto Soccorso sottoporre il paziente all’accettazione in reparto, al supplemento di anamnesi, alla compilazione della cartella clinica alle ulteriori prescrizioni diagnostiche alla prescrizione della terapia e poi cosa fa/fanno il pendolare tra reparto e P.S in compagnia di infermieri e OSS. E’ evidente che si tratta di Organizzazione non corretta. Il paziente che si rivolge ai nostri P.S., ha diritto al corretto percorso diagnostico-terapeutico ed ha diritto ad assistenza adeguata rispettosa della dignità della persona ed all’affidamento in cura in mani certe ed appropriate”.
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PRONTO SOCCORSO VARESE