Come un fulmine a ciel sereno che ha lasciato tutti a bocca aperta, dopo averne confermato la delegazione non più tardi di un mese fa, l’Assessore e Vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti sostituisce il Direttore Welfare Marco Trivelli, chiamato a giugno in sostituzione di Luigi Cajazzo.
Continua il terremoto al vertice della sanità regionale lombarda: evidentemente, nonostante la tenacia degli operatori, dirigenti medici e sanitari compresi, qualcosa non ha funzionato nella “perfetta” macchina sanitaria regionale, in attesa del tagliando della “riforma della riforma”.
Mentre attendiamo di conoscere il nuovo Direttore Generale, di provenienza veneta, cui auguriamo buon lavoro, ci poniamo la domanda se l’aver attinto fuori regione non sia una sconfessione del servizio sanitario regionale, dopo anni di autocelebrazione. Non è infatti difficile scorgere nella sanità veneta, per quanto dello stesso colore politico, un modello alquanto diverso riguardo alla centralità della programmazione e dei controlli e dello spazio che il territorio ha sempre avuto rispetto alla rete ospedaliera e al privato.
Ai posteri l’ardua sentenza, ma ora serve stabilità per raggiungere tutti gli obiettivi imposti dalla pandemia e dalla revisione del sistema.