PRECARI DEL S.S.N.

INTERVISTA AD ELEONORA ALBANESE DELL’ESECUTIVO NAZIONALE ANAAO ASSOMED

Negli uItimi dieci la la Sanità pubblica ha perso 70 mila letti e i precari hanno raggiunto i 43.763.

“Sono stati anni caratterizzati dal riordino della rete ospedaliera, dai tagli lineari, dal blocco di turnover ed assunzioni; le aziende hanno abusato di contratti a tempo determinato e flessibili anche per attività istituzionali con carattere di indifferibilità. Ciò ha portato a un precariato stabile, molti di noi hanno da 7 a 10 anni di precariato alle spalle. La situazione ora va migliorando anche nelle regioni sottoposte a piano di rientro. Il Lazio ha stabilizzato per primo, seguito da altre regioni e ora dalla Sicilia. Successivi emendamenti in deroga della Finanziaria hanno esteso la stabilizzazione dai contratti a tempo determinato ai contratti atipici, e la successiva delega Madìa della riforma del pubblico impiego (legge 75/17) di cui in questi mesi stiamo vedendo l’applicazione consente di stabilizzare con 3 anni di servizio anche non continuativi sia i colleghi impiegati a tempo determinato sia gli atipici. 

Importante è che Bruxelles punti su un’inversione di tendenza nei contratti a tempo determinato, aprendo a misure atte a impedirne e sanzionarne l’abuso nel diritto del lavoro degli stati membri e a rendere più rapide, mi auguro, le stabilizzazioni anche in regioni in piano di rientro. D’altra parte, riaprire con concorsi di mobilità posizioni ferme da anni ha richiesto tempi lunghi e lotta alla burocrazia.

Il processo avviato dovrebbe stabilizzare nel SSN 50 mila precari entro il 2020. Ma disporre controlli sulle inadempienze ad esempio ricorrendo agli ispettori del lavoro è un problema. Chi ha un contratto precario e la speranza di stabilizzarlo non se la sente di denunciare la sua situazione, teme di perdere il rinnovo e le aspettative di anni. E’ un serpente che si morde la coda, meno segnali e peggio è, un aumento delle segnalazioni avrebbe un impatto importante.

Bruxelles si è mobilitata anche a seguito di denunce non italiane, dati di Eurostat ed Eurofound indicanti un aumento delle forme di occupazione non standard e atipiche. Tuttavia il nostro paese in sanità è quello dove più appare peculiare il ricorso alla flessibilità. Non solo per colpa delle aziende  ma anche per via di una formazione che, includendo la specializzazione, si completa a 30-31 anni, l’età in cui un medico inglese diventa contractor. Da noi inizia la trafila dei contratti a termine proprio quando si concretizzano i risultati della formazione, e questo rende i medici più vulnerabili e più esposti ad abusi".

(da DOCTOR NEWS)



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